Lettera ai Romani 13, 8-10, 111, 1-5, 9, 14, 25-33 |
Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. Infatti il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. L'amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore.
Alleluia. Alef. Renderò grazie al Signore con tutto il cuore, Bet. nel consesso dei giusti e nell'assemblea. Ghimel. Grandi le opere del Signore, Dalet. le contemplino coloro che le amano. He. Le sue opere sono splendore di bellezza, Vau. la sua giustizia dura per sempre. Zain. Ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi: Het. pietà e tenerezza è il Signore. Tet. Egli dà il cibo a chi lo teme, Iod. si ricorda sempre della sua alleanza. Pe. Mandò a liberare il suo popolo, Sade. stabilì la sua alleanza per sempre. Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: "Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo. |