BigCharlie

Cinema

SCHEDA

titolo Lenny distribuito da United Artists

interpreti Dustin Hoffman (Lenny Bruce) [dopp. da Gigi Proietti], Valerie Perrine (Honey Bruce) [dopp. da Marzia Ubaldi], Jan Miner (Sally Marr), Stanley Beck (Artie Silver) [dopp. da Carlo Sabatini], Rashel Novikoff (zia Mema), Gary Morton (Sherman Hart) [dopp. da Bruno Alessandro], Guy Rennie (Jack Goldstein), Jack Nagle (rev. Mooney), Monroe Myers (il giudice delle Hawaii) [dopp. da Mario Milita], Richard Friedman (avvocato di San Francisco) [dopp. da Gianni Musy], Clarence Thomas (l'avvocato di New York) [dopp. da Michele Kalamera], Martin Begley (il giudice di San Francisco) [dopp. da Roberto Del Giudice], Kathryn Witt (ragazza), John DiSanti (John Santi), Lee Sandman (secondo giudice di San Francisco), George DeWitt (comico), Rod Ball (avventore del Cellar Club), Lynette Bernay (ragazza nello spogliatoio), Bob Fosse (intervistatore), Mal Jones (impiegato del tribunale), Jordan Lund (cliente), Frank Orsatti (Hunter), Kim St. Leon (ragazza nello spogliatoio). 8/23 Lenny

fotografia Bruce Surtees

musiche Ralph Burns

sceneggiatura Julian Barry

regia Bob Fosse

produzione USA, 1974 genere drammatico / biografico durata 1h 51'

trama È la storia della carriera di Lenny Bruce, ebreo americano, artista fantasista, contestatore e satirico. Nel 1951 debutta a Baltimora ma lo si considera fiacco, dalle battute scontate e superate. Nel medesimo periodo incontra casualmente Hot Honey Harlow, una spogliarellista, e la sposa. Pressato dalla necessità di incontrare il grosso pubblico, ispirato da una spiccata sensibilità e da un umore caustico, egli finisce per farsi un nome aggredendo il pubblico e servendosi di un vocabolario greve, noto a tutti, ma proibito dal comune senso del pudore ...

Concorsi e premi

Questo film ha partecipato a:

47ª edizione Academy of Motion Picture Arts and Sciences Awards (premio Oscar) (1975) concorrendo nell* categori* migliore attore protagonista (a Dustin Hoffman), migliore attrice protagonista (a Valerie Perrine), migliore fotografia (a Bruce Surtees), miglior regia (a Bob Fosse), miglior film dell'anno (a Marvin Worth), migliore sceneggiatura non originale (a Julian Barry).

Informazioni ausiliarie

Altri contributi: Alan Heim; Albert Wolsky; David V. Picker; Marvin Worth; Robert Greenhut; Joel Schiller; Nicholas J. Romanac.

Potete leggere le recensioni che ho trovato sui siti IMDb, Cinematografo, Antonio Genna, Wikipedia.
Potete trovare alcune recensioni in Cinema '75 (a pag. 97), Biografico in cento film (a pag. 125).

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SCHEDA
titolo	Lenny			distribuito da	United Artists
interpreti	Dustin Hoffman (Lenny Bruce) [dopp. da Gigi Proietti], Valerie Perrine (Honey Bruce) [dopp. da Marzia Ubaldi], Jan Miner (Sally Marr), Stanley Beck (Artie Silver) [dopp. da Carlo Sabatini], Rashel Novikoff (zia Mema), Gary Morton (Sherman Hart) [dopp. da Bruno Alessandro], Guy Rennie (Jack Goldstein), Jack Nagle (rev. Mooney), Monroe Myers (il giudice delle Hawaii) [dopp. da Mario Milita], Richard Friedman (avvocato di San Francisco) [dopp. da Gianni Musy], Clarence Thomas (l'avvocato di New York) [dopp. da Michele Kalamera], Martin Begley (il giudice di San Francisco) [dopp. da Roberto Del Giudice], Kathryn Witt (ragazza), John DiSanti (John Santi), Lee Sandman (secondo giudice di San Francisco), George DeWitt (comico), Rod Ball (avventore del Cellar Club), Lynette Bernay (ragazza nello spogliatoio), Bob Fosse (intervistatore), Mal Jones (impiegato del tribunale), Jordan Lund (cliente), Frank Orsatti (Hunter), Kim St. Leon (ragazza nello spogliatoio). 8/23
fotografia	Bruce Surtees
musiche	Ralph Burns
sceneggiatura	Julian Barry
regia	Bob Fosse
produzione	USA, 1974	genere	drammatico / biografico	durata	1h 51'
trama	È la storia della carriera di Lenny Bruce, ebreo americano, artista fantasista, contestatore e satirico. Nel 1951 debutta a Baltimora ma lo si considera fiacco, dalle battute scontate e superate. Nel medesimo periodo incontra casualmente Hot Honey Harlow, una spogliarellista, e la sposa. Pressato dalla necessità di incontrare il grosso pubblico, ispirato da una spiccata sensibilità e da un umore caustico, egli finisce per farsi un nome aggredendo il pubblico e servendosi di un vocabolario greve, noto a tutti, ma proibito dal comune senso del pudore ...