Lettera aperta di gennaio.
Carissimi amici,
ormai da alcuni giorni sono tornato Gambela e devo dirvi sinceramente che sono felice di essere tornato qui, la vacanza improvvisa in Italia non è che mi soddisfacesse un gran che, visto che qui il lavoro è molto e gli altri confratelli dovevano sorbirsi anche il mio. Comunque ora sono qui e mi sono già messo in corsa, anche perchè tra qualche giorno mi sarà affidata la prima responsabilità pastorale in terra di Etiopia. Il giorno dell'Epifania (Qui da noi si celebra il Natale), diventerò parroco, proprio qui, a Gambela e devo proprio dirvi che la gioia presto però si è mescolata con la preoccupazione, anche perchè la lingua non è che ancora la possieda molto... beh... mi aiuteranno un po' i miei giovani confratelli e dove non arriverò con l'amarico spero di arrivare con l'inglese ... se no ... ve lo immaginate un parroco che non riesce a capire quando la sua gente gli parla ... che tragedia sarebbe!!!!
Devo ringraziarvi per la calorosa accoglienza che mi avete riservato i giorni in cui sono stato con voi, mi sono immediatamente sentito a casa ... e poi ... non ultima cosa, siete stati anche veramente molto generosi ... grazie anche a nome di tutti quelli che vivono nella missione.
Rientrando in Etiopia c'è voluto un po' prima di purificarsi dall'impatto col mondo occidentale, fatto di abbondanza e di superfluo e pur non volendo comparare il mondo occidentale col terzo mondo, comunque non possono mancare alcune considerazioni di chi si trova, come si suol dire, tra l'incudine e il martello.
Vorrei quindi proporvi una piccola riflessione che ci può aiutare ad andare in profondità nel nostro vissuto, per spronarci a rompere finalmente quel cemento che l'indifferenza ha gettato sui nostri piedi, che la troppa razionalità ha posto per non lasciare spazio alla voglia di donare amore che è insita in ogni uomo ...
Siamo fatti ad immagine di Dio e se questa immagine è ostacolata nel suo manifestarsi, allora vuol dire che non stiamo rispondendo alla nostra primaria vocazione: quella di essere, come cristiani, discepoli di Colui che è l'amore ... dobbiamo quindi impegnarci a far risaltare nella vita questa somiglianza reale con Lui ... non essere persone ripiegate è il primo impegno per ogni cristiano ... spostare il baricentro dell'attenzione fuori da noi e mettere al nostro posto Dio, un Dio concreto quello che si manifesta nella vita dei più deboli, dei più bisognosi, di chi ti chiede sempre tutto fino allo svenimento, insomma un Dio che DA' FASTIDIO!
Allora la prima cosa che dobbiamo chiederci e rispondere sinceramente:
"È proprio vero che Dio non mi dà fastidio?".
È con questa speranza nel cuore che vi saluto e vi abbraccio tutti con immenso affetto...
GRAZIE ANCORA DI TUTTO!
BUON ANNO!
Recapiti: Abba Cesare Galbiati Don Bosco Centre P.O.Box 77 Gambela (Ethiopia) Tel. 00251.7.51.14.06 Fax 00251.7.51.14.09 Email cgalbia@yahoo.it |
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