Lettera aperta di Settembre.
Da don Cesare alla Comunità "Don Bosco" di BOLOGNA.
Carissimi amici,
dopo un mese di assenza per i problemi coi collegamenti internet, eccomi di nuovo a scrivervi e a cercare di passarvi qualche idea su cui meditare un pochino nel nostro quotidiano. Intanto comincio col dirvi che sto bene e il morale è abbastanza carico.... ringraziando il Signore possiamo di nuovo usare, anche se non troppo forte la parola PACE, che sembra finalmente giunta anche in questa terra. Da un mese e mezzo ci si è potuti accorgere che piano piano la vita e le attività delle gente sono ricominciate e non si sente quella cappa di paura che aleggiava su Gambela come un paio di mesi fa'. L'esercito è però presente in massa e i pattugliamenti nella foresta e nelle zone limitrofe la città continuano giornalmente; si può però dire che ormai l'attenzione è soprattutto su quello che sta accadendo sul confine col Sudan e sui movimenti che la macchina petrolifera sta mettendo in moto. C'è ormai la presenza massiccia di cinesi e malesiani che sono incaricati: i primi a costruire la città per i lavoratori dei pozzi petroliferi e i secondi sono quelli che hanno comperato i pozzi e che estrarrano il petrolio. Entro tre mesi saranno stanziati altri 40.000 soldati proprio per proteggere i lavori attorno al petrolio. Tutti temiamo un forte sbilanciamento nella popolazione e un incremento di sieropositività (aids), dovuta alla presenza sregolata e disordinata che porteranno tutti questi militari. La scuola in Gambela non è ancora cominciata e si possono trovare per strada tantissimi giovani a perdere tempo, anche perchè il ministero dell'istruzione sembra propio non essere interessato a questa povera gioventù. Pensate che pur avendo bloccato la scuola da Gennaio e Maggio (ben 5 mesi senza scuola), per i problemi legati alla sicurezza, comunque a Giugno hanno fatto sostenere ugualmente gli esami ai ragazzi e li hanno poi anche promossi tutti, immaginate il disastro all'inizio di quest'anno. Un altro grande problema è che da Gambela (che è capitale di regione), non c'è neanche un ragazzo iscritto a qualche università dello stato, proprio perché il livello è così basso che non riescono a passare i test di ammissione, solo qualcuno riesce ad entrare in quelche college per specializzarsi in qualcosa, ma sono veramente molto pochi e hanno bisogno di tutto... ecco perchè parte dei contributi dei benefattori vengono usati per sostenere gli studi dei più impegnati. Il problema però è che non avendo laureati del luogo la scuola deve cercare insegnanti in altre località e questa è un impresa sempre più ardua, perchè nessuno vuole venire qua, sia per paura e sia perchè a Gambela non c'è proprio niente ed è pressoché impossibile avere una vita sociale e trovare dei divertimenti o attività per il tempo libero.... quindi la scuola doveva già essere iniziata da giorni ha ancora le porte chiuse e si aspetta il camion dei pompieri, dotato di altoparlante, passando per la città annunci che il giorno dopo la scuola comincerà. Abbiamo anche raggiunto i campi e i villagi più lontani dalla missione, dove da mesi, per la situazione pericolosa, non vedevano il missionario e siamo stati accolti con una grande festa, danze e canti stupendi, alcuni anche in costume tradizionale con tanto di lance e colori sulla pelle.... Si vede nella semplicità di questa povera gente il desiderio di conoscere Dio e la speranza di poter sempre sentire la sua presenza che nonostante tutto non li abbandonerà mai... e Dio non tradisce mai il povero anche quando noi "Più fortunati", sentendoci Dio, diventiamo artefici di questa povertà dilagante e non ci accorgiamo che "NOSTRO FRATELLO MUORE", anche in seguito ad una banale piccola infezione.
Ma quello che fa più male stando con loro è che ti accorgi che non hanno più neanche l'energia di reagire, hanno bisogno di motivazioni che arrivino al di fuori di loro, dalle persone che cercano di voler loro bene, che li aiutano a progettare e forniscono i mezzi per operare e rendere vivi i progetti che molte volte rimangono solo sulla carta. Non ci chiedono di riempire i loro magazzini con una marea di viveri, ma di insegnarli e regalargli i mezzi per far si che siano loro a riempirli e quando si svuotano non debbano aspettare i container che li riempiono nuovamente, ma sia la forza del loro lavoro a donare un po' di speranza a tutti. Ma per poter capire questo bisogna aver interiorizzato che a monte di tutto dobbiamo avere la convinzione che
Il primo dovere di un uomo è servire chi gli è vicino. La nostra capacità di servizio ha dei limiti naturali. Abbiamo difficoltà di servizio anche cercando di servire chi è vicino. Ma se ognuno facesse regolarmente il suo dovere verso i vicini, nessuno al mondo resterebbe senza assistenza. Pertanto chi serve il suo vicino serve il mondo intero. In verità questa è la sola strada aperta a noi per servire il mondo intero. Uno per il quale l'intero mondo è come la sua famiglia, avrà la forza di servire l'universo intero senza muoversi di casa. Si può esercitare questo potere per mezzo del servizio reso al vicino.... NON E' STUPENDO? E poi, nessuno può servire gli altri senza servire allo stesso tempo se stesso. E chiunque cerca di raggiungere i propri scopi privati senza servire il prossimo, fa male anche a se stesso, come a tutto il mondo. La ragione è ovvia, tutti gli esseri viventi sono membri gli uni degli altri, cosicchè ogni atto della persona ha influenza benefica o malefica su tutto il mondo. Noi, miopi come siamo, non vediamo tutto ciò. Del resto l'influenza di un solo individuo su tutto l'universo può sembrarci trascurabile. Ma c'è lo stesso, e la consapevolezza di questa verità dovrebbe accrescere il senso della nostra responsabilità.... Può darsi che per questo servizio non abbiamo sufficiente salute, capacità o cultura, ma se c'è una dedizione pura, il resto verrà da sè. La dedizione significa fede in Dio e fiducia in sè stessi....queste due realtà ci guideranno in ogni sacrificio: "Nessuna madre sarebbe disposta a dormire deliberatamente sul bagnato, ma se ciò servisse a far dormire all'asciutto il suo bambino, lo farebbe". Anche per il più piccolo servizio bisognerebbe chiedersi se si sono messi in opera questi due atteggiamenti.... ma per poter crescere in questi sentimenti bisogna desiderare di essere autentici...
Il mezzo per vedere se si sta crescendo/progredendo nell'amore di Dio e in tutte le virtù, consiste nel vedere se cresciamo nell'amore del prossimo e dell'umiltà... Un abbraccio forte forte a tutti e un ricordo particolare nella preghiera per tutta la comunità...
Vostro in Cristo
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