C. G. S. "Vincenzo Cimatti"


Lettera di don Cesare Galbiati

5 luglio 2004


Lettera aperta.

Da Gambela alla Comunità "Don Bosco" di BOLOGNA.

Carissimi amici,

eccomi di nuovo a scrivervi da questa terra di Etiopia... intanto vorrei ringraziare tutti quelli che mi hanno spedito email e lettere in questo mese, perchè mi hanno fatto veramente compagnia. Qui le sere sono lunghe e il caldo e la fatica delle condizioni di lavoro (lunghi spostamenti difficili in jeep, la fatica di incontrare la gente dove vive e soprattutto l'impatto con il come vive), lasciano poche energie e dopo cena è un momento,caldo permettendo, in cui si può leggere e stare un po' col Signore e con gli amici che si fanno sentire vicini col loro affetto.
In Gambela sembra che si stia ristabilendo piano piano la pace, anche se ogni tanto ci sono ancora episodi di violenza e di morte. Pochi giorni dopo avervi spedito l'ultima lettera abbiamo avuto un grave lutto in parrocchia: due delle nostre ragazze della comunità sono state uccise dai guerriglieri. Prendere coscienza del dolore di questa terra è facile perchè ogni giorno si è immersi in questo dolore, ma quello che più ti fa male è pensare che nonostante il dolore della povertà e della fame di un intero popolo, l'odio comunque trova sempre di che cibarsi e rinvigorirsi nel cuore delle persone e le rende capaci di una ferocia e violenza così disumane che neanche nel mondo animale si possono trovare a questi livelli.
In questi giorni stiamo girando per le missioni più lontane, quelle che a causa della guerriglia, da mesi non vedono il missionario. Abbiamo raggiunto la più lontana: Pugnido a circa due ore e mezza di strada da Gambela, e abbiamo trovato la missione completamente saccheggiata... sono rimasti solo i muri, tutto il resto è sparito, comprese panche della chiesa, la croce all'entrata della chiesa, addirittura hanno tolto le prese e gli interuttori della corrente dai muri, la rubinetteria dai bagni ... insomma non è rimasto proprio niente. Mi sono messo in silenzio vedendo la tristezza negli occhi del nostro vescovo, ma come sempre alla fine ha vinto il suo ottimismo e ha detto ai ragazzi presenti della missione: "Non importa...faremo di meglio!" e poi guardando me sottovoce ha concluso: "Se qualche benefattore ci aiuta!" Mi colpisce sempre molto il suo entusiasmo ... non ha ancora finito di costruire un progetto che ne ha già in mente un altro ... è veramente innamorato di questa terra e lo si sente da ogni suo discorso e da ogni sua azione.
Il caldo non è ancora insopportabile, ma ho già incontrato il primo ostacolo alla salute che Gambela offre in abbondanza: la malaria ... sì dopo dodici giorni dal mio arrivo a Gambela ho cominciato a sentire un dolore fortissimo alla testa, dolore ai legamenti di braccia e gambe, febbre, tremore in tutto il corpo ... insomma un disastro tutto insieme ahahahahaha ... allora visto la stranezza di questa apparente influenza, sono andato a fare un controllo e sono risultato positivo al test per la malaria... e così l'inappetenza mi ha fatto perdere ancora un po' di chili ... meglio così sopporterò di più il caldo quando diventerà insopportabile.
In questi giorni sto meditando su un brano del vangelo che mi è sempre molto piaciuto, ma che qui in missione l'esperienza di tutti i giorni penso mi abbia fatto comprendere in modo un po' più profondo. Il brano è quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci: Mc 6, 30-44, e la frase che mi torna spesso in mente è: "Essendo ormai tardi gli si avvicinarono i discepoli dicendo: questo luogo è solitario ed è ormai tardi; congedali perciò, in modo che, andando per le campagne e i villaggi vicini, possano comprarsi da mangiare. Ma Egli rispose loro: Voi stessi date loro da mangiare!
Della compassione di Gesù i discepoli condividono la capacità di attenzione e di interessamento, ma non quella solidarietà che induce a prendere sulle propie spalle i problemi della gente. Soltanto se si accetta questo pieno coinvolgimento (voi stessi date loro da mangiare!), si può parlare di compassione che si fa segno di Dio e di relazioni nuove. L'attenzione e l'interessamento sono importanti, ma non sono ancora MISSIONE. Gesù non intende soltanto sfamare la gente, ma vuole compiere un segno rivelatore di come Dio vorrebbe il mondo. Secondo i discepoli la gente avrebbe dovuto comprarsi da mangiare. Per Gesù, invece, il comprare va sostituito col condividere: Significa che devono cambiare le relazioni tra te e gli altri, e fra te e le cose. Tu sei responsabile dell'altro e perciò personalmente coinvolto nel suo bisogno. Il problema del pane per tutti è problema tuo, non soltanto degli affamati. E le cose che possiedi - fossero pure soltanto cinque pani e due pesci - sono doni di Dio da godere con gli altri, non a differenza degli altri. Lo schema del COMPRARE, crea i fortunati e gli sfortunati: alcuni hanno molto, altri poco, altri nulla e vi assicuro che qui a Gambela, soprattutto nei campi profughi si vede il NULLA di cui vive questa gente. I discepoli che chiedono a Gesù di congedare la folla perchè possa comprare il pane, sono ancora nella logica vecchia. Occorre invece passare dal comprare al condividere. Se anche i discepoli avessero comprato duecento denari di pane da distribuire, avrebbero compiuto un gesto di carità, nobile sicuramente, ma non un segno che introduce nei rapporti una logica differente. Gesù vuole da noi ogni giorno un salto di qualità nella bontà dei rapporti con gli altri... è questa mentalità che può sconfiggere l'odio tra i popoli e ci può far raggiungere la pace vera ... CURARE LA QUALITA' DEI RAPPORTI, FARSI CARICO RESPONSABILMENTE DEL DOLORE DEL MONDO.
Ringraziamo il Signore che non ci fa mai mancare i suoi doni e i suoi benefici ...
Ora vi saluto di cuore ... vi lascio il mio indirizzo, numero di telefono, fax, email ... e come fare se foste intenzionati ad aiutarmi (ricordandovi che eventuali aiuti possono essere consegnati a Giacomo Rondelli o Angelo Dattilo che verranno presto in Etiopia a vivere un mese di volontariato e potranno consegnarmeli personalmente).

Vostro affezionatissimo

Abba Cesare



Abba Cesare Galbiati
Don Bosco Centre
P.O.Box 77
Gambela (Ethiopia)

Tel. 00251.7.51.14.06
Fax. 00251.7.51.14.09
Email. cgalbia@yahoo.it



Per eventuali aiuti:

Bonifico bancario indirizzato a
Commercial Bank of Ethiopia
Addis Abeba Main Branch
International Division
Account No. 01704/171885/00
Salesians of Don Bosco
Swift Code: CBETETAA

Come Causale mettere:
PER DON CESARE GALBIATI