C. G. S. "Vincenzo Cimatti"
Lettera di Don Cesare Galbiati
7 aprile 2004
Melkam Fasika (Buona Pasqua)
Lettera aperta alla comunità
Carissimi amici,
colgo l’occasione della Santa Pasqua per farvi giungere i miei più cari saluti dall’Etiopia.
Sono ormai passati più di due mesi dal mio arrivo in questa terra e sono già tante le situazioni e le occasioni per riflettere che il Signore ha già messo nel mio quotidiano.
Io sto bene, la salute a quanto pare tiene bene, almeno qui ad Addis Abeba, dove il clima è più mite di quello di Gambela che è
più caldo ed umido.. staremo a vedere quando sarò sul posto.
Per adesso passo ancora la maggior parte del mio tempo nello studio che continuerà ancora per circa un mese e mezzo. L’amarico è
difficile, ma è affascinante ed è bellissimo sperimentarlo quotidianamente con i ragazzi dell’oratorio di Mekkanissa (sono loro i miei veri insegnanti di lingua, anche perché non perdono tempo a prenderti in giro quando tiri qualche strafalcione).
Qui ad Addis Abeba continuano a giungere notizie su Gambela (sicuramente sapete già qualcosa di quello che sta succedendo), la
situazione è ancora difficile anche se la polizia federale presidia tutta la cittadina, rimane però scoperta la zona della foresta e le strade che collegano Gambela con il resto dell’Etiopia. Il brutto è che i ribelli non cercano obiettivi militari, ma sparano sulla povera gente che ha colpa soltanto di essere dell’etnia differente.
Per questi motivi si sono sospesi i lavori di scavo dei pozzi, perché non si trovano operai disposti a rischiare la vita e anche
perché le stragi di Dicembre e Gennaio hanno falciato la vita di tanti giovani padri e fratelli maggiori, creando così un grande numero di vedove e orfani che non trovano di che vivere. Il cibo scarseggia anche perché il clima non permette una grande varietà di raccolti e di solito viene recuperato dal resto dell’Etiopia, ma in questo caso non si trovano autisti che mettano a
repentaglio la loro vita per portare la merce in quella zona. Manca la corrente per tantissime ore durante la giornata e non trovando neanche una grande quantità di benzina non si possono far funzionare costantemente i generatori a carburante della missione e quindi anche le pompe elettromeccaniche della missione non possono fornire l’acqua costantemente. Le linee telefoniche che di solito sono precarie ora stanno in blocco per diversi giorni e quindi non si possono avere notizie costanti sui missionari. L’ospedale di Abobo (progetto degli amici del sidamo) è ormai chiuso da giorni perché la polizia non può garantire l’incolumità dei volontari, anche se si stanno organizzando a turni per tornare nella missione di gambela in quanto la malaria ha raggiunto proporzioni enormi e Don Angelo Moreschi è molto preoccupato perché non c’è neanche una struttura sanitaria statale o religiosa funzionante. Sta ricominciando la scuola, ma con molti problemi, mancano gli insegnanti perché sono scappati da Gambela per paura di nuove ritorsioni sulle tribù di appartenenza. Insomma, come vedete questa terra non riesce a trovare un attimo di pace perché miseria ed ingiustizie non possono umanamente garantirla.
So che durante la quaresima avete raccolto fondi anche per l’Etiopia e di questo vi ringrazio anche a nome di Don Angelo che ho
sentito in questi giorni e che mi ha detto di ringraziarvi molto per la vostra attenzione e generosità.
Ricordiamoci nella preghiera, perché questa S. Pasqua ci possa far riscoprire la ricchezza dell’amore di Dio che gratuitamente
muore e poi risorge per guadagnarci il Paradiso…
Sia la Sua Resurrezione la fonte di speranza per tutti quei fratelli che la miseria rende incapaci di gioire e per noi un rinnovato impegno di generosità che non ci faccia mai abituare a sopportare che al mondo ci siano ancora fratelli senza il minimo indispensabile per vivere…
Un abbraccio fraterno
Vostro in Cristo
Don Cesare
a cura di Webmaster